Le nuove tecnologie e il diritto nella società di oggi

Le nuove tecnologie e il diritto nella società di oggi

Domani a Roma si terrà un convegno dal titolo “Nuove tecnologie e diritto. Opinioni e confronti, dove i vari relatori che interverranno, uno di questi è l’avvocato Massimo Giuliano, affronteranno la tematica del connubio fra lo sviluppo di nuove frontiere in Internet inerenti scambi commerciali e relazioni fra aziende e clienti, e le leggi o l’ambito di applicazione del diritto di fronte a questo nuovo e inesplorato scenario. Prima di esaminare i contorni della questione, una premessa ci appare doverosa, ovverosia chiarire alla platea dei non addetti ai lavori in cosa consiste questa tecnologia e che cosa si sta sviluppando intorno ad essa. Da qualche anno in rete si assiste al fenomeno della blochchain che se stiamo alla traduzione letterale significherebbe “catena di blocchi” e che si traduce in una grande e immutabile struttura dei dati che chiunque può condividere. Questa struttura di per sé permette lo sviluppo di scambi commerciali e addirittura di pagamento on line ma non con le classiche e ormai collaudate carte di credito, ma con le cosiddette criptomonete di cui da dieci anni ormai abbiamo testimonianza in rete il con famoso “bitcoin”. I “non addetti” ai lavori non conoscono bene questa moneta o ne hanno soltanto sentito parlare al bar sotto casa, ma già da alcuni anni ci sono aziende e cittadini che nel Mondo concludono affari o comprano svariate merci quali auto, metalli e altro con l’utilizzo dei Bitcoin, moneta nata nel 2009 daL giapponese Satoshi Nakamoto, del tutto virtuale che sfugge a qualsiasi controllo e al momento non è riconosciuta da nessuno stato. Molto spesso giungono sui telefonini messaggi su questo tenore:” vinci e diventa anche tu ricco con i bitcoin”, buona operazione di marketing per chi vuol far passare un certo tipo di messaggio, ma che può celare spesso truffe o pie illusioni nei confronti di chi riceve il messaggio e si convince a diventare fruitore e parte in gioco della moneta virtuale. Si puntualizza che, ad oggi, non c’è nessuna legge o normativa che regolamenta gli scambi commerciali o pagamenti effettuati con la tecnologia Blocchino e l’uso delle criptomonete, considerato che non esiste nessuna regolamentazione del settore o della materia, che rimane sfocata e priva di un concreto e effettivo riconoscimento da parte dello Stato e della banca centrale, gli unici soggetti titolati ad attribuire valore legale alla moneta e quindi a permettere che le varie tipologie di operazioni finanziarie si effettuino con più lineare e limpida chiarezza e legalità possibile. Questo ad oggi, per le cause suesposte e vuoti normativi, causati e dovuti anche a una mancanza di conoscenza delle nuove tecnologie o anche semplice disinteresse del legislatore su una materia del tutto nuova e sconosciuta, non può essere perseguito, aprendo di fatto le porte a mezzi poco ortodossi o anche delinquenziali di pagamenti in rete, senza che sia possibile risalire ai vari attori o clienti del bitcoin. Quindi la domanda che ci si pone, e al netto delle considerazioni summenzionate, in che termini il diritto e il legislatore deve intervenire e dettare una disciplina per consentire che le nuove tecnologie possano rendere più facili operazioni finanziarie e pagamento che al contrario sarebbero rischiosi e illegali? A questa domanda senz’altro i partecipanti al convegno, ma ci auguriamo in particolar modo chi deve legiferare, dovranno dare delle risposte certe e esaustive

 

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Diritto e Cittadini

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